AVEZZANO – Scuole sicure, il Comitato di Avezzano si è unito al Comitato del Centro Italia che ha scritto una lettera drammatica e assolutamente condivisibile all’organizzazione internazionale per la salvaguardia dei bambini “Save the Children” e all’europarlamentare Laura Agea nonché al Garante per l’Infanzia chiedendo attenzione ai problemi che riguardano gli edifici scolastici delle regioni Umbria, Marche, Abruzzo, Molise e Lazio, principalmente nelle aree devastate dai recenti avvenimenti sismici.
Questo il testo della missiva del Comitato Scuole Sicure del Centro Italia: “Quello che sta avvenendo in centro Italia è qualcosa di poco noto e difficile da raccontare. Quello che succede in Italia è una inesorabile storia di mancata prevenzione, poca lungimiranza e completa assenza di tutela dei minori e dei fanciulli. Sì, l'Italia dell'Appennino, fragile lo è sempre stata. E dopo ogni evento tellurico importante e dopo tante morti, si è ricostruito. Si sono emanate leggi terremoto. Si sono fatte ordinanze. Ogni singola volta, lo sguardo delle istituzioni, algido e distante si rivolgeva alla tutela e alla salvaguardia di chi non ha voce, di chi non ha altro che bisogno di una vita serena: i giovani, i fanciulli i bimbi. Infatti, tutte queste leggi e la macchina lenta della burocrazia raccontavano, indicavano e soprattutto ordinavano che il primo sguardo, i primi interventi e la più attenta analisi, andasse posta agli istituti sensibili quali le scuole. Sì, dentro le scuole in Italia sono morti troppi nostri pezzi di futuro. Dentro le scuole non sicure, non a norma, nonostante insistenti in territori valutati sismici, sono morti bambini, ragazzi e studenti. Ora qui, in centro Italia siamo al paradosso, siamo arrivati al completo ottundimento della macchina burocratica e politica. I bambini devono andare a scuola, è un loro diritto e un loro dovere. Ma sono costretti ad andare a scuola in strutture non sicure, non valutate nella vulnerabilità sismica e completamente abbandonati al rimpallo di responsabilità e alla scusa, che mai può essere più importante dell'incolumità di giovani vite, della mancanza di soldi per intervenire. A scrivere questo appello accorato e deciso, siamo noi genitori, lasciati inascoltati a struggerci le prime cinque ore del mattino, con la speranza che la terra non tremi, a continuare a pregare affinché i terremoti se devono continuare a tartassarci, lo facciano nelle domeniche o di notte. Non vogliamo delegare la vita dei nostri figli al pressapochismo. Non vogliamo sentirci dire "state sicuri", senza nessun dato ad avvalorare queste continue esortazioni. Sì, perché i nostri figli di notte sognano la terra che trema e spesso svegliati dagli incubi, ci chiedono di rimanere a casa. I nostri figli, passano la loro vita scolastica, in plessi non sicuri e difficilmente evacuabili. Tutto questo, come non inserirlo nel contesto di sottrazione di diritti sacrosanti e intoccabili dell'infanzia e fanciullezza? Allora, siccome nessuno ci risponde e il nostro obbligo rimane quello di portare i figli in edifici pericolosissimi, vorremmo che qualcuno che abbia a cuore il futuro di questa terra dilaniata, rivolgesse un ordine perentorio a chi si sottrae da troppo tempo alle proprie responsabilità. Siamo stanchi di piangere davanti alle macerie. Siamo stanchi di sentir gestire le emergenze. I nostri figli hanno il diritto alla prevenzione. Niente di difficile o di utopico. È il 2017. Abbiamo tutti gli strumenti affinché questo accada. La tutela dei nostri figli, del loro diritto allo studio e alla salute va ribadito oggi stravolgendo il concetto di recupero o di adeguamento, sì, i ragazzi in zone sismiche devono stare in strutture antisismiche davvero (le costruzioni giapponesi ne sono la prova) e la tutela deve essere ribadita nel controllo totale della messa in atto della costruzioni di questi nuovi e innovativi edifici, il controllo nelle gare d'appalto, nell'uso dei materiali, nella previa microzonazione per la scelta del terreno in cui insistere. I nostri fanciulli, i nostri ragazzi, i nostri bambini vanno tutelati utilizzando la meritocrazia, l'eccellenza e l'amore”.
Proprio la scorsa settimana, ad Avezzano, la polemica ha ripreso corpo dopo che le famiglie hanno potuto prendere visione e conoscenza delle conclusioni dell’Enea nel rapporto seguito alla perizia effettuata sul complesso che ospita le scuole Mazzini-Fermi-Corradini. Un edificio di quasi un secolo fa, che presenta situazioni di criticità sia nei materiali che nella progettazione e che è poco al di sopra della soglia minima in quanto a vulnerabilità sismica. Insomma un edificio che meriterebbe di essere subito sottoposto ad una corposa ristrutturazione, costi quel che costi, per garantire il massimo della sicurezza e della tutela ai ragazzi e alle loro famiglie.
Pierluigi Palladini