L’Aquila – Questa mattina si è tenuta un’altra udienza nell’ambito del processo che vede implicato insieme ad altri imputati il sindaco di Avezzano Gianni di Pangrazio. E’ accusato, insieme ad altre quattro persone, di reati contro la Pubblica Amministrazione tra cui falso, peculato e abuso d’ufficio per aver attestato la regolarità tecnica di una importante delibera provinciale e per aver utilizzato per scopi personali l’auto di servizio e l’autista.
Il Giudice Billi ha rilevato la propria incompatibilità poiché aveva precedentemente firmato un atto relativo al processo ed ha disposto un ulteriore rinvio al 6 luglio, quindi dopo le elezioni amministrative che si terranno ad Avezzano la prossima primavera.
Come già ribadito da questa testata, ogni cittadino italiano è innocente fino al terzo grado di giudizio, ma l’aspetto importante, ed insolito, del processo all’attuale sindaco di Avezzano è rappresentato dal fatto che proprio perché nessuno può sapere quale sarà l’esito della vicenda giudiziaria in corso, appare quantomeno insolita la decisione comunicata nei giorni scorsi da Giovanni Ceglie del Partito Democratico e da Lino Cipolloni dell’UDC di appoggiare la candidatura di Gianni Di Pangrazio alle prossime elezioni amministrative di Avezzano.
Cosa accadrebbe se Di Pangrazio venisse rieletto ed al termine del processo risultasse colpevole degli atti d’accusa?
Il Comune di Avezzano resterebbe senza guida per effetto della Legge Severino che in caso di condanna ad almeno 18 mesi determinerebbe un'immediata sospensione dall'incarico di sindaco e verrebbe commissariato, in attesa di riorganizzare nuove consultazioni elettorali.
Cosa che potrebbe accadere già a luglio, a distanza di un solo mese dalle elezioni.
Ecco perché la decisione dei direttivi dei due partiti politici di legare le sorti del Comune del capoluogo della Marsica all'esito di una vicenda giudiziaria ha destato non poca meraviglia e perplessità.
Redazione Avezzano informa