Sensibilizzare la comunità attraverso la narrazione di alcune tra le storie più affascinanti e ricche di suggestione che ruotano attorno al ruolo della donna nell’odierna società civile. Questo è l’obiettivo posto alla base di “Un passo pieno di passi – storie di donne ben raccontate”, evento che giovedì 16 marzo si svolgerà all’interno della sala conferenze al piano terra del Palazzo comunale di Avezzano. L’incontro, fortemente voluto dal Centro Antiviolenza “La Casa delle Donne nella Marsica”, vede il patrocinio del Consiglio Regionale – Regione Abruzzo e della Commissione Pari Opportunità del Comune di Avezzano.
A partire dalle ore 18 si alterneranno gli interventi di Daniela Senese, responsabile della Casa delle Donne nella Marsica, di Oria Gargano, presidente BeFree Coop. Soc., di Marielisa Serone, presidente della Commissione Pari Opportunità e moderatrice dell’incontro, e del giornalista Federico Falcone. Le narrazioni riguarderanno le affascinanti vicende di figure come Tina Anselmi (Primo Ministro donna della Repubblica e madre delle Pari Opportunità), Tina Modotti (fotografa, attivista e attrice italiana), Samantha Cristoforetti (prima donna italiana negli equipaggi dell'Agenzia Spaziale Europea) e Beatrice “Bebe” Vio (schermitrice italiana, campionessa paralimpica e mondiale in carica di fioretto individuale).
“Partendo dalla constatazione di una millenaria subordinazione della donna all’uomo - dichiara Senese - tale per cui la storia delle donne appare sempre sullo sfondo rispetto a quella che troviamo sui libri i cui protagonisti sono esclusivamente uomini, abbiamo pensato di provare a restituire alle donne un frammento di storia, sia recente che passata, con una narrazione onesta che le vede protagoniste. L’idea è stata da noi proposta alla CPO del Comune di Avezzano, in particolare alla presidente Serone, la quale l’ha accolta con entusiasmo. Abbiamo voluto dislocare la ricorrenza dell’8 marzo, Giornata Internazionale della Donna, provando a parlarne non nel giorno esatto della ‘festa’ ma spalmando questa narrazione a tutte le giornate che in ogni parte del mondo vedono protagoniste tutte le donne.”
“Spesso le storie delle donne, nel loro essere ordinarie così come straordinarie, mancano della dovuta attenzione e della giusta narrazione – aggiunge Serone - a causa di un habitus mentale e culturale che ha relegato le donne stesse, pur nel loro operare fondamentale per il funzionamento sociale, a un ruolo di necessaria subalternità. Perché le donne, per natura, pare debbano prendersi cura e mettersi al servizio, per via di una sorta di pre-disposizione, senza che questo possa essere messo in discussione o detto in altri modi e maniere”. (I.P.)