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Settimio Santilli: Celano è aperto a ragionare in termini di territorio, il futuro sindaco di Avezzano dovrà essere capace di questo scatto culturale

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CELANO – «Sono figlio di contadini e un bravo pizzaiolo. Sì, la pizza la so fare e non vivo di politica, ho sempre lavorato perché se vuoi capire i problemi reali della gente devi lavorare». Settimio Santilli è così: uno che rivendica con fierezza le proprie radici, va dritto al punto, non ha tempo da perdere e non è abituato a nascondersi dietro le parole. Il sindaco di Celano è un ingegnere ambientale che si divide tra il lavoro a Roma e l’amministrazione della sua città. Per “staccare la spina” da questi due mondi va sempre volentieri a dare una mano nella pizzeria di famiglia per il piacere di calarsi da persona normale tra le persone.

 

Lo incontriamo nel suo ufficio da primo cittadino a Piazza IV Novembre, la base operativa dalla quale manda avanti quella che dopo Avezzano è la città più grande della Marsica. Non solo per numero di abitanti ma anche per un buon livello economico legato all’agricoltura, all’allevamento, alle piccole e medie imprese, al turismo e al commercio.

 

Signor Sindaco, come sta Celano?

«Questo bisognerebbe chiederlo ai celanesi. Noi stiamo dando il massimo con i progetti ambiziosi e reali concretizzati in questi 20 mesi di amministrazione. Ad esempio, la nuova scuola all’ex campo Bonaldi che abbiamo sostituito con altri due campi sportivi è già in cantiere, abbiamo riqualificato diversi quartieri, abbiamo investito in cultura, formazione e lavoro con le borse dedicate».

 

Settimio Santilli è iscritto al CCM? Il Club Campanilisti Marsicani?

«No ma attenzione, Celano non è una città qualunque. È la città dalla quale viene Filippo Piccone che è stato un Senatore e adesso un Onorevole della Repubblica, un fatto assolutamente non scontato. Così Celano ha una sua centralità politica importante per sé stessa, la Marsica e l’Abruzzo. Questo approccio culturale però non è stato capito da tutti. Dico solo che noi, la quarta città della provincia dell’Aquila, non abbiamo avuto un centesimo dal Masterplan».

 

Tra due mesi si vota ad Avezzano. Dal suo “balcone sul Fucino” come guarda alla competizione elettorale del capoluogo della Marsica?

«Indubbiamente Avezzano è il capoluogo della Marsica. Sono attento a quello che succede ad Avezzano perché è interesse del territorio. Sto cercando di capire chi ha le migliori proposte per la città, ad Avezzano ci sarà una scelta che inevitabilmente ricadrà nel bene e nel male su tutto il territorio marsicano».

 

Su questo punto ha delle aspettative?

«Certo. Vista la crisi dei nuclei industriali come non pensare alla possibilità di sederci attorno a un tavolo mettendo su un discorso di ampio raggio per risolvere problemi comuni? Sull’agricoltura poi: da Avezzano mi aspetto un discorso serio sul settore con la nostra disponibilità a ragionare sulla conservazione e la trasformazione il loco dei prodotti di Fucino e del fuori Fucino. Dobbiamo dare gli strumenti giusti all’agricoltura perché possa crescere. A questo riguardo, a Celano abbiamo promosso il progetto dei noccioleti che sta avendo risultati eccezionali tanto da coinvolgere l’intera Marsica e anche la Valle Peligna. È un progetto pensato non solo per Celano ma più ad ampio raggio. Devo però riportare che quando sulle questioni legate alle sinergie da mettere in campo con un documento a firma di tutti i sindaci della Marsica a proposito degli interventi urgenti per il territorio, la sicurezza e lo sviluppo, ho invitato tutti gli attori del territorio a Celano e l’unico assente ingiustificato fu l’attuale sindaco di Avezzano».

 

Quindi Celano è disponibile a ragionare in termini di territorio?

«Guardi, noi abbiamo già imboccato questa strada insieme con i paesi nostri vicini del quadrante orientale della Marsica. Stiamo facendo squadra con loro per aiutarci a vicenda con senso di responsabilità e solidarietà in particolare per tutto quello che riguarda i servizi».

 

E con la prossima Amministrazione di Avezzano?

«Nessuna preclusione ma per capirci voglio fare un ragionamento partendo da Roma: stare nella Capitale costa moltissimo quindi le persone si sono spostate dapprima sui Castelli Romani che ormai sono saturi e adesso verso Orte che sta a venti minuti da Roma. Allora dico al futuro sindaco di Avezzano: vogliamo fare massa critica tutti insieme per modernizzare la nostra ferrovia e renderla adeguata alle esigenze dei cittadini? Vogliamo decidere insieme di lasciare solo la fermata di Avezzano per abbattere i tempi di percorrenza? Magari così diamo la possibilità ai pendolari di stare sul posto di lavoro a Roma in tempi umani e magari la possibilità ai romani di scegliere di venire a vivere da noi nella Marsica per andare a lavorare a Roma».

 

È un invito?

«Sulle grandi questioni che riguardano il territorio nella sua interezza noi ci siamo. È il futuro sindaco di Avezzano che deve avere questo scatto culturale».

 

LS Direttore


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