Change.org è utilissimo: permette di lanciare petizioni online, a cui si può aderire firmando e condividendo il messaggio e la battaglia che si sta portando avanti su ogni profilo social. Ognuno può essere promotore di iniziative, con scopi riguardanti più aspetti, dalla vita sociale, a quella culturale, a quella ambientalista e così via.
La petizione che fa piacere leggere questo lunedì è quella lanciata da Enrico Cristofaro, presidente dell'associazione culturale aquilana ''Libris in Fabula'' e che sarà consegnata alla Sovrintendenza ai beni artistici e culturali de L'Aquila.
La petizione riguarda il ponte romano sull'Aterno, in prossimità di Coppito, frazione del capoluogo regionale, che è interessato da lavori per l'ampliamento della strada sovrastante, che già lo ha ''seppellito'' a suo tempo.
E così, Enrico Cristofaro decide, da privato cittadino, anche a nome di tutti gli illustratori che hanno rappresentato nelle loro opere la bellezza di questo ponte ormai sotto il cemento, di compiere il suo dovere. Di sentirsi responsabile del passato archeologico della sua terra.
Ora, per i lavori correnti, si sarebbe aspettato per il bene della sua comunità e per rispetto dell'archeologia si fosse ripensato il progetto come recupero del manufatto, e non alla prosecuzione dei lavori di ampliamento che nasconderanno ancora lo storico ponte romano.
La richiesta è quella, a chi ne ha responsabilità, di provvedere all'interruzione dei lavori e ripensare il progetto, per coniugare al meglio le esigenze della modernità con le esigenze della bellezza e del passato, per un ponte che fa parte di un sito archeologico che comprende anche il fontanile medievale e la piccola chiesetta adiacente al ponte.
Del sito fa parte anche l'antico pioppo che si erge a simbolo del paese ricordandone anche l'origine etimologica del nome ''Popletum''.
Ci si augura quindi, piuttosto che nascondere, si faccia in modo che la stratificazione del tessuto urbano abbia l'armonia di coniugare strutture moderne e costruzioni romane e medievali, facendone un esempio di archeologia urbana, affinché viva la memoria del passato.
Ludovica Salera