Politica 16:10

Eligi: il dirigente del Comune Zitella ha tentato di bloccare la nostra raccolta firme. È la pretestuosità dell’amministrazione Di Pangrazio

Eligi e Fedele su Zitella.jpg

 

«Sono cinque anni che facciamo i nostri banchetti sempre regolari, con richiesta apposita e pagando l’utilizzo del suolo pubblico. Sta di fatto che mentre stavamo raccogliendo le firme per la presentazione della nostra lista a piazza Risorgimento, di punto in bianco un alto dirigente del Comune, Tiziano Zitella, è venuto dicendo che lì non ci potevamo stare arrivando a minacciare l’intervento della Polizia Locale». Così Francesco Eligi, candidato sindaco del Movimento 5 Stelle alle elezioni dell’11 giugno, mentre mostra il video che ritrae la discussione tra Zitella e Giorgio Fedele proprio a quel banchetto in piazza.

 

Eligi e Fedele assicurano di essere dentro il rispetto delle regole facendo vedere il bollettino dell’avvenuto pagamento dell’utilizzo del suolo pubblico e l’autorizzazione del Comune per il gazebo, poi rincarano la dose: «Ci preoccupa un dirigente che non conosce una norma banale come quella relativa al divieto di alcune forme di propaganda elettorale soltanto dal trentesimo giorno antecedente a quello della votazione e quindi da venerdì 12 maggio. Se la pubblica amministrazione funziona così nella nostra città ci chiediamo cosa sarebbe successo se non avessero trovato dei cittadini preparati come noi, magari avrebbero fatto chiudere baracca e burattini negando di fatto un diritto».

 

Nell’episodio di piazza Risorgimento, Eligi rileva «la pretestuosità in tutto da parte di questa amministrazione. Un esempio? Nella campagna elettorale dell’ultimo referendum chiedemmo al Comune di poter far entrare il camper di Luigi Di Maio in piazza Risorgimento prevedendo una grande affluenza di persone. Ci venne risposto che il camper avrebbe rovinato la pavimentazione della piazza. Salvo poi scoprire e documentare con le foto l’ingresso di camion ben più pesanti di un camper in quella piazza. Quelli sono stati autorizzati, noi no».

 

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