È solo nella corsa per diventare sindaco di Avezzano come è solo sul palco di piazza Risorgimento. Leonardo Casciere ci tiene a questa specie di “solitudine” dalla quale sembra trarre forza: «Siamo senza padroni per questo liberate le vostre coscienze, è l’ora della rivoluzione civile».
La campagna elettorale entra nel vivo, Casciere chiede il voto ai cittadini “liberi” e rivolge anche un appello agli elettori di centrosinistra e centrodestra esortandoli al voto disgiunto. A quelli di centrosinistra: «Col voto disgiunto avete la soluzione, votate i vostri consiglieri ma scegliete chi deve governare», a quelli di centrodestra: «Capite fino in fondo chi vi può rappresentare qui ad Avezzano», insomma votate chi volete come consigliere ma come sindaco votate me.
Casciere elenca diversi punti di programma con i cavalli di battaglia della spending review comunale, il lavoro ai giovani, il sociale, la difesa del Tribunale, gli appalti assegnati a chi utilizza manodopera locale.
Quindi l’affondo verso quelli che ritiene i suoi due maggiori competitori: Gabriele De Angelis e Gianni Di Pangrazio. Non cita mai i nomi dei due ma le sedi elettorali infatti De Angelis lo chiama “quello di via Mazzini”: «Riflettete, quella coalizione è gestita da Gerosolimo e Pelino di Sulmona, Iampieri con la bandierina di Forza Italia ammainata, Piccone che è il quarto assenteista in Parlamento con l’87% di assenze. Questi sono venuti a conquistare il nostro territorio, se il sindaco sarà quello di via Mazzini e quelli di Sulmona hanno quattro consiglieri pensate che tra Avezzano e Sulmona il Tribunale rimarrà qui?». Quindi l’affondo su Gianni Di Pangrazio che chiama “il mio dirimpettaio del piano terra”: «Ha messo insieme il diavolo e l’acqua santa, Partito Democratico e UDC pur di mantenere ancora i loro interessi. Io sono un garantista convinto ma lui è sotto processo, spero che sia assolto ma se viene condannato che facciamo, andiamo a rivotare tra sei mesi? Riflettete».
L’avvocato, più volte accusato di essere populista, accetta di buon grado l’appellativo e se ne va spedito per quest’ultimo mese di campagna elettorale: «Sono un populista sì perché significa essere dalla parte del popolo. Votando noi spazzerete via tutti i manovroni della vecchia politica, noi siamo la novità, i miei giovani tutti politicamente incensurati sono la vera novità. È arrivato il tempo del voto libero, senza pressioni e senza ricatti».
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