Anche la Regione Abruzzo ha presentato un ricorso alla Corte Costituzionale contro il decreto legislativo numero 104 del 16 giugno 2017 sulla riforma delle procedure di Via, Valutazione di Impatto Ambientale, per violazione della competenza legislativa e organizzativa delle Regioni. Ad annunciarlo il Sottosegretario alla Presidenza delegato all’Ambiente Mario Mazzocca. A presentare i ricorsi anche Lombardia, Valle d’Aosta, Sardegna, Calabria, Veneto, Liguria, Puglia, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Trentino e la provincia autonoma di Trento.
Proseguendo sulla strada che lo ha già portato ad incassare diverse bocciature da parte della Corte Costituzionale, il Governo si appresta, quindi, a subire un nuovo ricorso sul decreto legislativo numero 104, di attuazione della Direttiva 2014/52/Ue che modifica la Direttiva 2011/92/Ue, la quale trasferisce allo Stato la valutazione dell’assoggettabilità alla Via su materie che prima erano di competenza delle Regioni e delle Province Autonome.
«Con tale atto il Governo» dichiara Mazzocca «va a modificare radicalmente la disciplina sulla valutazione dell’impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati utilizzando la dubbia motivazione di voler efficientare le procedure e correggendo le criticità riscontrate da amministrazioni ed imprese». «Di fatto, però, il Governo» spiega il Sottosegretario «avoca a sé una serie di funzioni delegate alle Regioni, svuotando così, nella forma e nella sostanza, il processo partecipativo dei territori e delle comunità locali. Una situazione non accettabile e generata, più che dal necessario recepimento di una direttiva comunitaria, dalla perseveranza nell’ignorare gli esiti della consultazione referendaria del dicembre scorso, nel costante tentativo di erodere progressivamente i margini di potestà legislativa in materia concorrente di competenza delle regioni in base all’ancora vigente articolo 117 della Carta Costituzionale».
«Sarebbe ora» conclude Mazzocca «di tornare a far rivivere il principio di leale collaborazione tra le istituzioni affrontando, nella Conferenza Stato Regioni, una serrata discussione di merito per trovare in quella sede un punto di equilibrio, piuttosto che essere sempre costretti a scomodare i giudici della Consulta».
Redazione Avezzano Informa