Attualità 18:14

“Una Rete Per Amare”, ad Avezzano il Comune e la Diocesi fanno squadra per il progetto di affidamento familiare

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AVEZZANO – “Per accogliere un Bambino non servono persone fuori dal comune!”. Così il Comune di Avezzano e la cooperativa sociale Aristos danno vita a “Una Rete Per Amare”, il progetto di affidamento familiare dei bambini o degli adolescenti che temporaneamente vengono allontanati dalla famiglia di origine che si trova in difficoltà.

 

Una iniziativa voluta fortemente dal sindaco Gabriele De Angelis e dall’assessore alle politiche sociali Angela Salvatore vista la necessità di sensibilizzare e avvicinare le famiglie e i singoli cittadini all’istituto dell’affidamento familiare. Un progetto nel quale sono coinvolte parrocchie, associazioni del territorio, la Asl e i dirigenti scolastici degli istituti avezzanesi con lo scopo di creare una rete di comunicazione tra tutti i servizi per far arrivare alle famiglie un messaggio chiaro sul tema dell’affido.

 

Il progetto è stato presentato nell’aula consiliare del Comune dove, oltre a De Angelis e Salvatore, hanno partecipato il Vescovo dei Marsi Pietro Santoro, Angelo Strangis, presidente della cooperativa Aristos aggiudicataria del bando, la psicoterapeuta Sara Di Salvatore, l’assistente sociale Giselda Pettinella, l’educatrice professionale Filomena Cancelli, il direttore sanitario della Asl Maria Teresa Colizza e il dirigente del settore III del Comune, Laura Ottavi.

 

Il sindaco De Angelis si è mostrato molto soddisfatto di questo primo passo: «È la cosa più bella che abbiamo fatto da quando ci siamo insediati. Negli anni passati il Comune non aveva mai utilizzato questo strumento, sono felice di presentare un progetto col quale l’Amministrazione dà un segnale chiaro sul sociale e sulle famiglie. Il sociale è la nostra priorità».

 

Sulla stessa lunghezza d’onda monsignor Santoro: «Il protocollo che ha fatto partire il progetto ha due firme, quella del sindaco e la mia per la Diocesi, una vera e propria collaborazione. Per la Chiesa l’attenzione verso la famiglia è prioritaria, le ferite delle famiglie sono le ferite della società. Vogliamo creare gruppi di famiglie disponibili all’affido perché il più grande dolore non è soffrire ma sapere che nessuno sa che soffriamo. Occorre in questo senso ricreare una società di volti, l’affido non è soltanto un discorso umano ma culturale, un discorso che riguarda l’accoglienza».  

 

Nella prima fase il progetto prevede la sensibilizzazione attraverso incontri formativi, l’individuazione delle famiglie, la formazione intensiva, la costituzione di una banca dati delle famiglie disponibili all’affidamento, l’accompagnamento delle famiglie disposte all’affido: si parte da Avezzano ma l’intenzione è quella di estendere il progetto anche agli altri Comuni della Marsica.

 

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