«La selvicoltura è un’attività da preservare e valorizzare, che deve tornare ad essere fattore trainante dello sviluppo rurale e dei territori, con la sua spiccata vocazione multifunzionale a livello economico, ambientale e sociale, attraverso lo sviluppo di filiere produttive, legno, carta, energia, e di servizi ecosistemici, da cui trae beneficio tutta la collettività». È questa la dichiarazione che Concezio Gasbarro, presidente della Federazione nazionale risorse boschive di Confagricoltura, ha rilasciato in occasione dell’incontro promosso a Roma dall’Accademia dei Georgofili, con tutta la filiera, sul patrimonio forestale nazionale.
Secondo i responsabili di Confagricoltura sono troppi i fattori esterni limitanti, come condizionamenti culturali e colturali ma anche e soprattutto normativi, di chiara impostazione conservativa, che portano all’abbandono dei territori con gravi rischi per la sicurezza. Problemi aggravati da criticità di carattere strutturale e fondiario, comproprietà, frammentazione, polverizzazione, che caratterizzano la componente produttiva.
«Sono troppi poi» rimarca l’organizzazione degli imprenditori agricoli «gli atteggiamenti ostativi che si riscontrano a livello delle istituzioni locali che non hanno certo contribuito allo sviluppo di forme contrattuali innovative capaci, attraverso processi condivisi, di coinvolgere tutti gli attori: proprietari forestali privati e pubblici, operatori economici della filiera foresta-legno, enti locali e aree protette, nonché partner finanziari e tecnici». «Partendo da tali considerazioni» aggiungono «va ripensata la politica forestale nazionale, con un profondo riordino della materia in grado di rispondere alle esigenze emergenti di sviluppare un’economia forestale efficiente e innovativa, di tutelare il territorio e l’ambiente e garantire le funzioni di interesse pubblico e sociale».
Confagricoltura ha quindi ricordato come proprio l’Unione Europea abbia proposto un quadro di riferimento per l’elaborazione delle politiche settoriali aventi un impatto sulle foreste. I principi guida di questa strategia sono la gestione sostenibile delle foreste e la promozione del loro ruolo multifunzionale, l'utilizzo efficace delle risorse.
«Il patrimonio forestale italiano e l’arboricoltura da legno» ha concluso Gasbarro «presentano notevoli potenzialità di sviluppo a cui si deve dare concretezza attraverso una strategia politica di lungo termine e una pianificazione nazionale omogenea capace di garantire e incentivare la gestione forestale sostenibile. Lo sviluppo della filiera, se correttamente pianificato sul territorio, può portare non solo ad indubbi benefici ambientali, contrastando il cambiamento climatico e favorendo la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio, ma anche ad una valorizzazione nella gestione del patrimonio forestale nazionale, in grado di produrre occupazione e di coniugare in un’unica filiera la messa in sicurezza del territorio e la sua valorizzazione a scopo produttivo. Si sottolinea che, proprio lo sviluppo del potenziale delle aree interne, rurali, montane e la custodia di territori e paesaggi, è al centro della strategia nazionale sullo sviluppo sostenibile».
Redazione Avezzano Informa