Avezzano. E' quasi tutto pronto per restituire ai cittadini avezzanesi un pezzo importante della storia della città lasciato al degrado e all'incuria per decenni.
I lavori di riqualificazione nel giardino del Castello Orsini finalmente riprendono e sono in via di completamento dopo i mesi di fermo dovuti al commissariamento.
La mancata approvazione del bilancio consuntivo nell'ultimo Consiglio comunale, che ha poi portato al suo scioglimento, aveva infatti comportato l'interruzione di diverse opere proposte ed avviate dalla amministrazione De Angelis, come il parco giochi a tema dinosauri che doveva aprire a luglio ed è stato completato solo un mese fa, la riqualificazione di Piazza del Mercato, il Villino Cimarosa ed appunto, il completamento del giardino retrostante il Castello Orsini.
Ora finalmente, dopo l'approvazione degli ultimi passaggi tecnici da parte del Commissario, sono stati riavviati i lavori previsti dal progetto che riqualificano l'intera area sud del Castello, lasciata abbandonata per decenni fino a diventare ritrovo di spacciatori e tossicodipendenti.
Dopo la chiusura al pubblico, infatti, durante la bonifica dell’area effettuata prima dell’avvio lavori erano state ritrovate decine di siringhe usate.
Il progetto di riqualificazione portato avanti dall'amministrazione uscente sotto la supervisione dell'Assessore all'Ambiente Crescenzo Presutti prevede il rifacimento completo del manto erboso, la messa a dimora di 50 nuovi alberi, di cui 33, in onore dei Martiri di Capistrello, avranno la fioritura rosa evocando una sorta di Hanami, la suggestiva tradizione giapponese e una nuova siepe bassa in modo che il giardino possa essere ben visibile anche dall'esterno della recinzione.
A breve quindi, dopo decenni di attesa e i ritardi causati dal commissariamento, i cittadini avezzanesi potranno godere della completa riqualificazione di un luogo storico, simbolo della città a cui verrà finalmente restituito decoro e sicurezza.
La "Città bella", voluta e realizzata dalla precedente amministrazione a guida De Angelis dunque è molto lontana dall'idea semplice di slogan.