I Laboratori Nazionali di Fisica Nucleare del Gran Sasso ieri hanno finalmente depositato presso la Regione Abruzzo i documenti per richiedere la Valutazione di Incidenza Ambientale per l'allontanamento di 2.300 tonnellate di sostanze pericolose stoccate nella montagna per gli esperimenti LVD (1.040 tonnellate di acqua ragia) e Borexino (1.250 tonnellate di trimetilbenzene).
Dopo anni di lotte e denunce della Mobilitazione per l'Acqua del Gran Sasso, che aveva dimostrato l'irregolarità del deposito delle sostanze nella montagna in quanto il Testo Unico dell'Ambiente D.lgs.152/2006 (in particolare l'art.94) e le leggi previgenti da decenni avevano introdotto l'esplicito divieto di stoccaggio di materiali pericolosi vicino ai punti di approvvigionamento idro-potabile disponendo l'allontanamento delle sostanze eventualmente presenti, si avvia ufficialmente l'iter per smantellare i due esperimenti LVD e Borexino.
Il rischio derivante da eventuali incidenti nei due esperimenti per uno degli acquiferi più importanti d'Europa, che disseta 700.000 persone nelle province di Teramo, L'Aquila e Pescara, è elevatissimo, come ormai ammesso anche dalle prefetture nel Piano di Emergenza Esterno dei Laboratori, redatto dopo anni di omissioni nonostante i laboratori, proprio per la presenza di queste sostanze, fossero classificati ufficialmente come Impianto a Rischio di Incidente Rilevante (direttiva Seveso). Ricordiamo che nel 2002 un incidente nell'esperimento Borexino comportò la dispersione di decine di litri di trimetilbenzene con conseguente sequestro parziale dei laboratori da parte della Magistratura teramana. Una nuova inchiesta della Procura di Teramo ha accertato, attraverso una perizia tecnica, la sussistenza ancora oggi di gravi rischi.
La Mobilitazione per l'Acqua del Gran Sasso esaminerà i documenti vista la delicatezza delle operazioni di trasferimento del materiale che devono svolgersi in assoluta sicurezza e presenterà eventualmente osservazioni entro i 30 giorni concessi dalla regione. Ovviamente chiediamo al Comitato VIA della Regione di completare l'iter burocratico nel più breve tempo possibile così da far partire i lavori effettivamente entro settembre 2020. Così potranno concludersi entro dicembre 2020 (almeno per la fase di allontanamento delle sostanze; altre operazioni su Borexino continueranno fino al 2022 e vi è anche una possibilità, citata nelle carte, di non eliminare tutta la struttura dell'apparato sperimentale per riutilizzarla) come peraltro previsto da una delibera della Regione Abruzzo. Ulteriori ritardi non sarebbero tollerabili anche perché la stessa regione aveva sollecitato i laboratori una prima volta a maggio 2019 e una seconda volta a settembre 2019 affinché depositassero i documenti celermente (tra l'altro l'affidamento della progettazione del decommissioning da parte dell'INFN è avvenuta a fine 2018).
Manifestazioni, sit-in, esposti, incontri di associazioni e cittadini stanno dando i primi frutti. L'allontanamento delle migliaia di tonnellate di sostanze pericolose è un fatto imprescindibile se si vuole abbassare il livello di rischio del "sistema Gran Sasso". Le attività scientifiche, seppur importanti, non possono entrare in conflitto con i diritti fondamentali di migliaia di cittadini come quello dell'accesso all'acqua. Come Mobilitazione continueremo a seguire la vicenda come abbiamo sempre fatto in questi anni.
In allegato il documento integrale dell'INFN. Qui, sotto evidenziamo alcuni passaggi tecnici a nostro avviso importanti tratti dalla relazione tecnica (la procedura completa è qui: https://www.regione.abruzzo.it/content/piani-di-decommissioning-e-dismantling-di-borexino-e-lvd)