AVEZZANO. Tavolo di lavoro in prefettura per discutere dell’emergenza depuratori.
La riunione è stata convocata dal Prefetto dell’Aquila Francesco Alecci su sollecitazione del Comitato “A tutela di Celano – Acqua nostra”, fondato da Gianvincenzo Sforza.
All’incontro erano presenti tutti gli enti invitati: la Regione Abruzzo; il Commissario degli Ato; il direttore dell’Ato 2 Marsicano; un responsabile dell’assessorato all’agricoltura della Regione; Felicia Mazzocchi in rappresentanza della Provincia dell’Aquila; le associazioni di categoria agricola CIA e Confagricoltura; la Asl; l’ARTA; il presidente del Consorzio di Bonifica; i vertici aziendali del Cam e il portavoce del Comitato “Acqua nostra”.
Il Prefetto ha subito dichiarato che l’argomento è di rilevanza assoluta e va affrontato per essere risolto con determinazione per evitare i risvolti sanitari, produttivi e ambientali che potrebbe causare. Alecci ha anche ringraziato il Comitato perché sta agendo ormai da un anno con attenzione sulle tematiche del territorio denunciando ogni mancanza.
Il consigliere della Provincia dell'Aquila, Felicia Mazzocchi, in rappresentanza del Presidente Antonio Del Corvo, per prima ha preso la parola, ribadendo l'impegno dell'Ente provinciale, nel risolvere l'annosa questione legata alle acque, che interessa il comprensorio della Marsica.
"Un'emergenza che deve diventare una priorità assoluta per tutte le parti coinvolte - ha spiegato la Mazzocchi al Prefetto Francesco Alecci, che dall'alto della sua autorità, era pienamente consapevole della tematica - verso la risoluzione di un problema di vitale importanza per un territorio che vive della sua agricoltura. La Provincia ha un ruolo propositivo che tende alla stesura di un crono programma, atto alla difesa delle risorse proprie della Marsica. La filiera agricola e la popolazione non possono pagare lo scotto di una gestione che rimanda ad oltranza la scelta di intervenire fattivamente in nome di un territorio che per 14.000 ettari ha una coltivazione intensiva che copre tutto il Paese e arriva anche all'Estero. La Provincia è pronta a trovare tutte le risorse necessarie insieme alla Regione e agli altri soggetti competenti, non appena sarà chiarito un crono programma di attività necessarie alle strutture per essere adeguate a norma e per garantire una depurazione idonea a questo territorio, dopo aver avuto contezza dei fondi necessari all'intervento. Il servizio idrico non deve essere una spina nel fianco per la Marsica, per i suoi cittadini e per l'economia agricola che nel tempo è divenuta la forza dal quale dipende il futuro della nostra terra".
La rappresentante dell’Arta non ha usato mezzi termini ed ha dichiarato che l’Arta sta ormai monitorando i depuratori di tutta la Marsica e il panorama offerto dalle analisi è sconvolgente in quanto non vi è un solo depuratore che funzioni adeguatamente. L’Arta ha evidenziato il problema alle autorità competenti ormai da anni, ma senza ricevere risposte o azioni concrete per il miglioramento della situazione.
L’Arta è stata impietosa nel fotografare la situazione negativa che la depurazioni nella Marsica sta vivendo. Anche le associazioni di categoria agricole presenti all’incontro non hanno nascosto la problematica e chiesto alle autorità regionali e provinciali di intervenire per salvaguardare i prodotti agricoli del Fucino che altamente qualitativi e apprezzati sul mercato non possono essere messi a rischio dalla cattiva gestione dei depuratori.
Le stesse associazioni agricole candidano per la gestione dei depuratori il Consorzio di Bonifica che garantirebbe la corretta gestione degli impianti in quanto incidano sugli andamenti delle colture.
L’intervento dell’AD del Cam Ciarlini ha evidenziato le difficoltà dell’Ente gestionale a gestire i depuratori che obsoleti e inadeguati non garantiscono la corretta depurazione. Per l’impianto di Avezzano è stato evidenziato che esso è insufficiente in quanto lavora i reflui di 50mila utenti mentre la sua capienza operativa è per meno di 20mila.
Sconvolgente la dichiarazione di Ciarlini che ha affermato espressamente che il 50% degli scarichi avezzanesi non viene lavorato minimamente e bypassato direttamente nei canali.
Il Cam punta sulla concessione delle sovvenzioni Fas per adeguare gli impianti e, inoltre, sulla definitiva realizzazione del depuratore del Nucleo Industriale di Avezzano.
Molto duro l’ingegnere Pierluigi Caputi che ha evidenziato come il suo ufficio, deputato al controllo sulle azioni del Cam quale gestore degli impianti, ha richiamato il gestore Cam ad attuare una politica gestionale corretta attraverso i fondi derivati all’Ente attraverso le bollette che gli utenti pagano.
Caputi ha dichiarato che a fronte di un incasso di circa 4 milioni versati dagli utenti per la depurazione, nel 2012 il Cam abbia investito solo 300mila euro.
Caputi ha anche dichiarato che per i fondi FAS ci sono già 120 richieste di finanziamento per solo 17 milioni di somme disponibili solo sulla carta.
Il responsabile dell’Ato 2 marsicano, Corrado Rossi, ha evidenziato come la depurazione nella Marsica avvenga in condizioni estreme e ha stigmatizzato il comportamento dei sindaci totalmente assenti alle convocazioni per la costituzione dell’ASSI, l’organismo su base provinciale che dovrebbe riunire i primi cittadini delle città della provincia dell’Aquila i quali, proprio attraverso l’ASSI, potrebbero scegliere e indicare orientamenti gestionali diversi purché all’interno delle leggi vigenti in materia di Acque e depurazione.
Molto incisivo e allarmante anche l’intervento della Asl che ha dichiarato candidamente che la situazione sanitaria nella Marsica è preoccupante e necessita di accertamenti più approfonditi, così come richiesto anche da altri organismi sanitari regionali e nazionali.
Al termine ha parlato il portavoce del Comitato Gianvincenzo Sforza che ha consegnato al Prefetto una relazione di 50 pagine sullo stato della depurazione nella Marsica in cui si evince la gravità della situazione a conferma di ciò che ha asserito sia L’Arta sia la Asl.
Sforza ha anche polemizzato con quanti hanno recriminato sulla denuncia pubblica del problema fatta dal Comitato e dal WWF: Sforza ha asserito che la gravità non sta nel denunciare i problemi o nel cercare di risolverli, ma la gravità è rappresentata da coloro che il problema lo creano e da coloro che cercano di minimizzarlo o addirittura nasconderlo.
Il Fucino, ha concluso Sforza, necessita di acqua pulita e va garantito che questa arrivi nei canali. Sforza ha anche polemizzato con Caputi accusandolo di produrre ormai da anni documenti che richiamano all’ordine il Cam e che puntualmente non trovano seguito nell’applicazione pratica in quanto la Regione non attua i poteri sostitutivi che la legge gli riconosce lasciando al Cam libertà di azione.
Sforza ha anche preannunciato l’interessamento al problema depurazione e gestione delle reti idriche da parte della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati che, nei giorni scorsi è stata interessata alla vicenda, e che convocherà entro ottobre tutti coloro che hanno una parte attiva nella gestione delle risorse idriche e della depurazione nella Marsica.
Il Prefetto, a conclusione dell’incontro, ha dichiarato che il verbale della riunione odierna come per prassi sarà inviata anche agli organi inquirenti per ogni provvedimento che dovessero ravvisare.