AVEZZANO. Riapre i battenti Emodinamica, l’'importante servizio salvavita, in stand by da diverso tempo. Nella prima fase sarà operativo due volte a settimana, mentre in un prossimo futuro funzionerà a pieno regime.
La buona notizia è arrivata direttamente dal manager della Asl: Giancarlo Silveri, il quale, in un faccia a faccia con il sindaco, Giovanni Di Pangrazio, ha comunicato il ritorno in attività del servizio salvavita e il crono-programma per la conquista della completa autosufficienza di Emodinamica nell’arco di qualche mese. Questo, infatti, è il lasso di tempo necessario per completare il percorso formativo dei due specialisti assegnati al presidio di Avezzano, i quali interagiranno con i colleghi dell'Aquila.
«La spinta comune di sindaci, sindacati e operatori per garantire la riapertura di questo servizio strategico per la salvaguardia della salute» afferma Di Pangrazio, in prima linea nella battaglia per Emodinamica portata sul tavolo del comitato ristretto dei sindaci della Asl provinciale, «ha centrato un primo importante risultato. Ora occorre arrivare all'apertura a ciclo continuo e in completa autosufficienza del servizio salvavita prima della fine dell'anno. In seguito il quadro va completato con la riapertura di neurochirurgia, un altro dei servizi essenziali che non può mancare in un ospedale per assicurare un livello di assistenza adeguato».
In questa prima fase sul versante Emodinamica, per le urgenze durante i giorni di chiusura, occorrerà spostarsi all'ospedale dell'Aquila, dove faranno la spola anche i due specialisti per completare la formazione di alto livello.
«All'ospedale San Salvatore, gli specialisti destinati ad Avezzano» spiega Giancarlo Silveri «grazie alla stretta collaborazione instaurata tra i due reparti di cardiologia, potranno perfezionarsi per poi svolgere la loro missione in completa autonomia nell'ospedale della Marsica».
Emodinamica è un servizio di fondamentale importanza per salvare la vita alle persone colpite da infarto, soprattutto in un territorio prevalentemente montano, come la Marsica, con una popolazione di 150mila persone, dove l'incidenza di questa malattia è altissima e i collegamenti viari e ferroviari sono spesso difficoltosi.