AVEZZANO. A seguito degli aumenti dei pedaggi autostradali che hanno registrato un incremento record dell’8.28%, l’ex preside del Liceo Scientifico “Vitruvio Pollione” Angelo Bernardini interviene sulla vicenda elencando i disservizi di A24 e A25.
«Nel 1972, in occasione dell'inaugurazione della A24 Roma-L’Aquila, l'allora Presidente del Consiglio, Emilio Colombo, ebbe a dire che nel giro di 30 anni, questo tratto di autostrada doveva passare all'Anas e pertanto essere gratuita, in quanto era l'unico collegamento diretto ed obbligato per L'Aquila». «Abbiamo aspettato pazientemente il trascorrere degli anni per vedere se questo evento annunciato si sarebbe verificato» commenta l’ex preside «ma, ahimè, più si va avanti e più ci si accorge che le cose hanno preso un’altra piega: la direzione opposta. Le tariffe autostradali di A24 e A25 non solo non scompaiono, ma da tempo aumentano senza controllo, con percentuali ben più alte delle altre autostrade. Già undici anni fa ci fu un aumento abbastanza pesante, per il quale intervennero varie amministrazioni comunali, tra cui anche quella di Carsoli. Il ricorso fu curato dal Codacons, con l’avvocato Carlo Rienzi, e si ottenne la sospensione delle nuove tariffe per un anno, in quanto non c'erano state migliorie nei servizi. Ma passato quell'anno, gli aumenti sono stati applicati».
«Il lettore accorto» arguisce Bernardini «farà subito un’obiezione: “Se su questa autostrada si paga di più significa che ci sono servizi eccellenti, direi meravigliosi”. Ed il lettore certamente ha ragione perché le meraviglie di questa autostrada sono numerose. Tanto per cominciare, c'è qualche altra autostrada dove, tra un'area di servizio ed un'altra ci sono 96 Km? No! Solo noi abbiamo 96 Km tra l'area di Magliano e quella di Brecciarola (CH)».
«E ancora: c'è qualche altra autostrada con un'uscita unidirezionale? No! Solo noi abbiamo il casello denominato impropriamente Tagliacozzo, in cui si entra e si esce solo per Roma, ma non per l'Aquila. Ricordo Tony Santagata che doveva cantare a Pietrasecca ed arrivò con 45 minuti di ritardo perché aveva fatto i conti con l'uscita di questo casello. E potrei elencare diversi fatterelli di gente che doveva venire a visitare le Grotte di Pietrasecca e ha dovuto fare il giro a Carsoli».
«E ancora» prosegue nel suo intervento l’ex preside «tutte le autostrade hanno, di tanto in tanto, delle aree di sosta. Sulla A24, dopo le rimostranze del 2011, alcune, bene o male sono state realizzate. Sulla A 25, no. E così, dopo Magliano, si incontra solo un ampio parcheggio a Carrito (senza un bagno e neppure una panca) e poi più nulla». «Mi è capitato una volta» racconta Bernardini «di dover uscire a Sulmona per fare benzina. Sei stanco? O esci dall'autostrada o accendi i doppi fari sulla corsia d'emergenza».
«E ancora: dopo il terremoto dell'Aquila sono arrivati bei soldi da Berlusconi alla società che gestisce l'A24 per ammodernare la segnaletica e creare la continuità del segnale di Isoradio nelle gallerie e nelle zone d'ombra. Per un po' ha funzionato ma, passato il G8, man mano che queste apparecchiature sono andate fuori uso nessuno si è preoccupato di riattivarle; è rimasto solo qualche tratto fortunato, per il resto silenzio assoluto».
«E ancora un'altra meraviglia» ironizza «se si arriva a Pescara e non si esce a Chieti per prendere l'asse attrezzato e ci si immette sulla A14, non si trova il raccordo per rientrare sull'asse, anche uscendo a Pescara Ovest, collegamento che invece gli automobilisti cercano perché l’asse è l'unico collegamento che porta comodamente, senza intasare il traffico, al centro della città».
«Voi mi direte: “Ma con tutti questi disservizi come fate a pagare di più delle altre autostrade, almeno il 30% in più? Questa è la più grossa meraviglia! Ma come fa la società di gestione ad aumentare i prezzi, come ha fatto ultimamente, dell'8,9%? Questa sì che è una bella domanda. Lo dobbiamo chiedere al Governo Letta che glielo ha permesso, alle amministrazioni locali che non reagiscono; ai cittadini che non imbracciano i forconi. Cornuti e mazziati! Ma qui vige il proverbio rivisitato e corretto: le “scomodità” si pagano. Alla faccia delle belle parole di Emilio Colombo».