AVEZZANO. C’erano anche 55 rappresentanti della comunità di Avezzano, insieme ai 5 mila rom, sinti e camminanti provenienti da tutto il mondo, che hanno partecipato all’Udienza straordinaria di Papa Francesco a San Pietro a Roma.
A guidarli nel pellegrinaggio il vescovo Pietro Santoro, accompagnato dal direttore della Caritas diocesana don Ennio Tarola, dal neo parroco di Caruscino don Giuseppe Ganteri, dai seminaristi Emidio Cerasani e Luigi Incerto e dai volontari della Caritas diocesana, impegnata dal 1978, attraverso il Centro Rom, nella promozione umana e culturale della comunità zingara cittadina.
I rom sono stati ricevuti dal Pontefice in un avvenimento che voleva essere anzitutto la memoria del 50° anniversario della visita di Papa Paolo VI ai rom radunati a Pomezia, il 26 settembre 1965. Alla memoria, però, si è accompagnata la gioia profonda di un incontro, quello tra Papa Bergoglio e il popolo da sempre in testa nelle tristi classifiche dell’intolleranza: gli zingari.
«È arrivato il tempo di sradicare pregiudizi secolari, preconcetti e reciproche diffidenze» ha esortato il Papa «vorrei che anche per il vostro popolo si desse inizio a una nuova storia, a una rinnovata storia». Ai rom e ai sinti appartiene anche un grande patrimonio culturale, come hanno dimostrato le testimonianze e le esibizioni sul palco della Sala Nervi. Tra esse, anche quella del giovane Filippo Morelli, rom di Avezzano, che si è esibito con il suo gruppo musicale di musica manouche.
Redazione Avezzano Informa