«L’Autorità Nazionale Anticorruzione mi ha risposto che non ha istruttorie in corso su appalti del Comune di Avezzano. Allora: i ritardi sulle opere pubbliche della città a cosa sono dovuti?». Il consigliere comunale Stefano Chichiarelli incassa la nota inviata dall’ufficio di Raffaele Cantone e torna a chiedere il conto al sindaco Gianni Di Pangrazio.
Ma facciamo un po’ di cronistoria su questa vicenda. Nell’agosto scorso Chichiarelli dichiarò: «Ho scritto una lettera a Raffaele Cantone, presidente di Anac – Autorità Nazionale Prevenzione Corruzione, perché chiamata in causa dal sindaco Gianni Di Pangrazio sulla questione degli assurdi ritardi che stanno caratterizzando l’iter di importanti opere pubbliche ad Avezzano. Opere promesse dal sindaco, opere che avrebbero cambiato in meglio il volto della città, ove fossero state realizzate». Il consigliere si rivolse a Cantone per «fermare la pratica dello scricabarile» e avere chiarimenti sul blocco delle opere pubbliche in città, in sostanza per «sapere se è vero, come più volte detto da Di Pangrazio, che le opere pubbliche strategiche di Avezzano sarebbero bloccate a causa delle recenti normative sulla prevenzione della corruzione e di non meglio specificati intralci burocratici che chiamano in causa il ruolo dell'Anac stessa».
Qualche giorno fa la lettera dell’Anac è stata molto chiara nelle sue due righe e Chichiarelli mette il dito sulla rilevanza politica della questione: «I ritardi sulle opere pubbliche ci sono e adesso sappiamo che non sono dovuti all’Autorità Nazionale Anticorruzione. A primavera torneremo a votare quindi è evidente che, non foss’altro che per una questione di tempo, le opere promesse dal sindaco non si faranno».
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