Salve e bentrovati al consueto aggiornamento della rubrica di approfondimento di Meteorologia.
Meteo Marsica
A partire dai prossimi giorni, in particolar modo tra le giornate di mercoledì e di giovedì, saranno i settori sud-orientali del nostro territorio marsicano, ad assaporare maggiormente condizioni meteorologiche non particolarmente favorevoli alla stagione in atto, ma che fanno parte di una circolazione atmosferica sempre stata dinamica. Forse dovremmo abituarci, al ripetersi dei periodi piovosi appartenenti alla stagione autunnale con più frequenza rispetto al passato, o al sentir parlare di scrosci e di acquazzoni tipici del mese di Settembre, interessare costantemente le nostre giornate estive, come sintomi di una circolazione atmosferica “stressata”. Questo non vuol dire che il temporale non sia una caratteristica della calda stagione, anzi, al contrario, esso la rappresenta significativamente; ciò che preoccupa è la sua manifestazione che, non solo non ci lascia godere la benché minima vacanza, ma presenta, con il passar degli anni, una percentuale maggiore di intensità. Il mio consiglio è di non abbattersi, anzi pensiamo che l’atmosfera è proprio come noi, è in grado di stressarsi e, all’interno della variabilità già avuta in passato, dovremo essere dinanzi ad una tipologia di clima diversa, fatta di frequenti e a tratti violenti fenomeni atmosferici, nonché di fasi stabili e perturbate fuori stagione con più frequenza rispetto al passato. Anche se tali scritti si discostano in parte dalle regole della meteorologia, le quali trattano solo di stagioni invernali e estive e non di stagioni di mezzo che in essa non sono mai esistite, è bene specificare che in quest’ultima vi siano, come in astronomia abbiamo gli equinozi, periodi di transizione rappresentanti un ponte di passaggio da una parte all’altra. Dai prossimi giorni, sul nostro territorio marsicano, non faranno altro che affluire masse d’aria umida e fresca di origine atlantica, recate da un vortice depressionario che permette, allo stesso tempo, richiami d’aria mite Subtropicale. Un’estesa e compatta nuvolosità composta principalmente da nembostrati, insisterà su tutta la Marsica e sarà associata a rovesci di pioggia di moderata intensità dai settori meridionali, in trasferimento ai settori sud-occidentali, i quali non cesseranno nemmeno nel corso della vigilia di giovedì. Nonostante le scorse giornate abbiano assunto un carattere molto uggioso e dalle caratteristiche autunnali, la dinamica circolatoria si assocerà maggiormente ad una fase di passaggio tra una stagione e l’altra, ove non sono esenti ancora discese d’aria molto fredda invernali, nonché acquazzoni “estivi”. Nel corso delle prime ore della giornata di venerdì, su tutta la Marsica, i venti ruoteranno dai quadranti settentrionali, accompagnando masse d’aria di origine polare-marittima, più fredde con la quota. Qualche pioggia mista a neve sarà probabile fra qualche “timida” schiarita, quest’ultima in grado di ledere il corpo nuvoloso e di mostrare qualche sprazzo di cielo sereno; la neve imbiancherà completamente le nostre montagne. Tuttavia, nubi grigie copriranno di nuovo il cielo, all’interno di una spiccata variabilità che dominerà tutta la Marsica fino al fine settimana, quando una debole propaggine anticiclonica permetterà un netto e breve miglioramento delle condizioni del tempo. Entro la metà della prossima settimana, l’area anticiclonica si sradicherà dal Mediterraneo, ponendo il suo vero obiettivo a nord-est del continente, con la conseguente discesa, lungo i suoi bordi orientali, di masse d’aria gelida di origine artico-marittima, le quali, invaderanno gran parte dell’Europa centrale e orientale e, spingendosi fin verso il nostro stivale entro il 5 Marzo, daranno luogo ad un brusco calo delle temperature su valori tipicamente invernali e nevicate fino a quote molto basse dai settori nord-occidentali, in estensione a tutto nostro territorio marsicano. E’ tutto.
Evoluzione del tempo
Nello scorso editoriale abbiamo cercato di migliorare insieme, siamo andati ad osservare più dettagliatamente quali sono state le cause per le quali la depressione islandese si manifesta con maggior intensità. Nel corso dei prossimi giorni, infatti, il flusso d’aria gelida che la lontana cooperazione di due figure bariche comunemente note come l’Anticiclone delle Azzorre e l’Anticiclone delle Aleutine, sta invitando a traslare dal Circolo Polare Artico verso il comparto occidentale del nostro emisfero, continuerà a sfociare come un fiume in piena, verso il Canada e gli Stati Uniti settentrionali. Tali movimenti, i quali consentono un maggior proiettarsi da parte delle masse d’aria gelida di origine artica, ossia dalla calotta, verso i settori polari occidentali con più frequenza rispetto al passato, consentendo al Vortice Polare di abbandonare saltuariamente i lidi russo-siberiani, potrebbero essere complici di una circolazione atmosferica “stressata”. I miei studi, da appassionato di meteorologia, rappresentano l’atmosfera soprastante come le tessere di un domino: quando una di esse viene sfiorata, cade, spostando la seconda, la terza, la quarta e così via; lo stesso principio è fortemente valido anche per la circolazione atmosferica, non solo per quanto concerne una scala più piccola, come lo scacchiere europeo, alla quale noi ci riferiamo sempre, perché, dobbiamo stilare un’evoluzione del tempo per il nostro stivale, ma anche e soprattutto per una scala a livello globale.
La caduta della prima tessera in grado di muovere anche le altre complesse tessere che compongono il sistema caotico e complesso nato insieme al nostro pianeta, potrebbe essere data da un’emissione eccessiva dei gas serra all’interno di quest’ultimo, a causa della deforestazione, anche se fino ad ora il tasso più alto registrato è stato dovuto all’industrializzazione. Molta curiosità dovrebbe sorprenderci da tale punto di vista, tant’è che in un’assidua ricerca geografica, si può cercare di comprendere quanto l’emisfero settentrionale o boreale, sia più industrializzato e dunque più popolato rispetto all’emisfero meridionale o australe, potrebbe dunque sorgere un’ipotesi nella quale i gas serra rilasciati dal nostro emisfero siano più eccessivi e, proprio perché l’atmosfera è un sistema oltre che caotico, altrettanto dinamico, dunque interessata, in tutta la sua estensione, da correnti verticali e orizzontali, essi stessi viaggiano fin verso il Polo, ove, durante il Solstizio d’Estate, quando su di esso giunge un tasso più alto di insolazione, quest’ultimi rendono più caldo della norma il clima polare, consentendo lo scioglimento dei ghiacci artici, forse anche completamente con il passar degli anni. Spesso tali fattori cardine inducono un minor effetto albedo, seppur tuttavia tale avvenga solo durante il Solstizio d’Estate: questo fenomeno induce le acque ad assorbire molta più energia solare, mentre, se ci fosse stata la calotta al completo, essa stessa avrebbe riflesso gran parte della radiazione solare verso l’atmosfera soprastante o lo spazio.
Tale comportamento da parte dei ghiacci artici durante la calda stagione, comporterebbe un maggior riscaldamento del Circolo Polare Artico, cosicché, il pack, durante la stagione invernale, crescerebbe con più difficoltà.
Sommando la verificazione di eventi del genere al complesso sistema di cui stiamo parlando, non giungeremo mai ad una conclusione affidabile, anche perché, i ghiacci artici, come sicuramente chi avrà letto gli scorsi editoriali avrà afferrato, stanno letteralmente rinforzando il loro andamento verso ovest e non stanno retrocedendo “altamente” nemmeno sui settori polari orientali, benché, il Vortice Polare, dall’ennesimo e particolare scioglimento avvenuto nell’Estate 2012, cominci a mostrare un movimento più frequente verso il Canada e gli Stati Uniti nord-orientali, dopo il ripetersi di un’ondata di gelo rarissima per i nostri lidi (Febbraio 2012), la quale fa parte di una ciclicità o di una variabilità dei fenomeni atmosferici più intensi, dunque già avvenuti nel lontano passato. Il nostro dilemma è riferito, ripeto, all’accrescimento di nubifragi, delle alluvioni, delle trombe d’aria e/o tornado, rispetto al lontano avvenire, focalizzandoci soprattutto sul nostro stivale, perché, abbiamo detto, quest’ultimi non aumentano solo su di esso.
Negli scorsi articoli di approfondimento, incarnato nell’evoluzione del tempo, come i lettori più accaniti e curiosi che non si sono soffermati solo sulla stesura iniziale sanno, vi era l’argomento legato alla catena, ora immaginiamo le tessere del domino comporre gli anelli della medesima, la prima tessera ha messo in moto le altre, scombussolando l’intera circolazione atmosferica ed in particolar modo l’assetto circolatorio del nostro emisfero, perché quest’ultima, come succede nel gioco, fa cadere la seconda e la seconda, la terza, e così via; si ottiene dunque un’alterazione e non una glaciazione, la quale sarebbe incombente se, la seconda tessera, ovvero la Corrente del Golfo, fosse scomparsa completamente. Ebbene, tale corrente oceanica è stata rallentata dal riversamento delle acque più dolci e dunque più fredde, soprattutto all’interno dell’Oceano Atlantico. Questo forte raffreddamento dei settori settentrionali oceanici apportato dallo scioglimento dei ghiacci, si è leggermente abbassato di latitudine, ciò ha traslato l’azione della Corrente del Golfo sempre più verso sud ed è risultato carente un meccanismo di smistamento consenziente nel trasportare le acque più calde tropicali superficiali sempre più a nord, ossia verso il Circolo Polare Artico. In questo modo, le aree tropicali dell’Oceano sono divenute molto calde, rilasciando progressivamente una grande quantità di calore all’interno dell’atmosfera, in un’interazione oceano-atmosfera, cosicché anche i settori settentrionali si sono raffreddati. Il calore rilasciato altera il normale trend della pressione atmosferica sull’Atlantico, questo vuol dire che potrebbe essere stata la causa per la quale, l’Anticiclone delle Azzorre, figura barica, grande regolatrice delle sorti del tempo atmosferico sullo scacchiere europeo, rappresentante il terzo componente del domino, ha iniziato ad essere carente dal suo luogo d’origine ed è stata sostituita da una bassa pressione in grado di colmare il disequilibrio termico venutosi a creare, come calamitata dagli stessi moti ascensionali, frutto della sua origine. Questo non vuol dire che il riscaldamento globale stia apportando conseguenze solo ora, ma che quest’ultime stanno crescendo in seguito alla nostra costanza nell’inquinare l’atmosfera, che potrebbe avere connotati ancor più notevoli con lo scorrere del tempo.
La depressione islandese, la quale è stata nel suo d’origine ed è sempre molto in azione nel medesimo, sta assumendo, in corrispondenza dell’ultimo scioglimento dei ghiacci artici, un catapultamento verso il medio-basso Atlantico, innescando un rinforzo di una figura anticiclonica in quota, avente invece diverse caratteristiche al suolo. Tale particolare area di alta pressione, è di natura termica, ed è comunemente nota, forse in maniera erronea, come Anticiclone Nord-Africano. Un excursus attinente alla scorsa Estate, ci fa capire quanto l’Anticiclone Nord-Africano sia stato solo saltuario sullo scenario euro-mediterraneo, nonostante si ipotizzi un suo notevole innalzamento sulla penisola per quanto concerne le prossime estati. I suoi rinforzi, infatti, sono stati alquanto fugaci e il suo iniettare calore all’interno delle colonnine d’aria sovrastanti la nostra penisola, è stato lo stesso sufficiente per garantire la genesi di intensi temporali, in grado di assumere anche carattere di nubifragio in alcune zone dell’Italia, quando il flusso umido e più instabile prese prepotenza, distruggendo il richiamo anticiclonico Subtropicale. La discesa della saccatura di bassa pressione non risultò molto omogenea, questo concesse inclinazioni corrispondenti a richiami anticiclonici piuttosto inclinati, in grado di fare da schermo alle perturbazioni e alle correnti nord-atlantiche indotte a dominare le regioni centro-settentrionali. Tale dinamica circolatoria aprì un periodo fortemente siccitoso e carente di precipitazioni per le regioni del Centro-Sud, mentre incrementò la risalita di Scirocco dal Tirreno sino alle regioni di nord-ovest; un mare più caldo della norma, permise l’assorbire della sua umidità come una spugna, da parte delle masse d’aria risalenti su di esso.
Nel corso dell’avvicinarsi della stagione invernale, abbiamo avuto una dinamica circolatoria “simile” alle circolazioni appena descritte, fin quando l’Anticiclone delle Azzorre non si è posto in una posizione di taglio dopo l’inizio dell’Inverno, traslando le correnti atlantiche tra le alte e le medie latitudini. Le collocazioni dell’Anticiclone delle Azzorre sono risultate molto ambigue, per via anche delle temperature al di sopra del medio-basso Oceano, da poco riequilibrate.
Tali fugaci apparizioni dell’Anticiclone delle Azzorre, permisero l’alternarsi tra sue espansioni anticicloniche sul Mediterraneo, il transito di veloci perturbazioni nord-atlantiche con attinente vortice depressionario, nonché hanno spostato completamente saccature depressionarie foriere d’aria polare-marittima verso il continente, per poi permetterne la cessazione e incrementare l’ingresso di masse d’aria molto fredda di origine artica da nord-est, le quali hanno testimoniato numerosi sbalzi termici quando l’Anticiclone delle Azzorre le spinse verso le aree balcaniche e di conseguenza venivano risucchiate dal vortice depressionario nord-atlantico rimasto chiuso fuori (cut-off) dalla sua circolazione originaria, dunque “imprigionato” dall’improvvisa propagazione dell’area di alta pressione delle Azzorre verso il nord-est del continente, responsabile del trasferimento della depressione islandese nel suo luogo d’origine , le quali, hanno trovato la loro alimentazione spostandosi verso est, per poi esaurirsi completamente, quando l’anticiclone è andato ad espandere la sua vorticità negativa anche a parte del Mediterraneo, dove incredibilmente temperature che sembravano decisamente tipiche della stagione in atto, sono risalite su valori miti nell’arco di pochissime ore. Questa eccessiva dinamicità, è frutto di una circolazione atmosferica “stressata”, perché deve eseguire molti compiti, ossia le azioni che, invece, dovrebbero essere effettuate dall’intero meccanismo termoalino.
L’evoluzione del tempo per i prossimi giorni, sarà un altro segno di affaticamento da parte dell’assetto circolatorio: correnti d’aria di origine atlantica, infatti, ci fanno evincere la maggiore ingerenza che il flusso zonale ha nei confronti del Mediterraneo, nonostante l’Anticiclone delle Azzorre non sia del tutto assente in direzione ovest dell’Atlantico e in cooperazione con l’Anticiclone delle Aleutine che, a sua volta, innesca forti irruzioni d’aria gelida verso il Canada e gli Stati Uniti settentrionali. Nel corso dei giorni passati, un fronte freddo proveniente dal Nord Atlantico, ha dato luogo ad un vortice depressionario sul Mar Nostrum, occludendosi con un fronte a carattere caldo, in movimento dal Nord Africa. L’area depressionaria si approfondirà sul Tirreno meridionale, incrementando condizioni di spiccato maltempo entro mercoledì e giovedì, su tutto il Centro-Sud, in traslazione alle regioni del medio-basso adriatico, ove potranno verificarsi rovesci di pioggia anche temporaleschi, localmente di forte intensità.
La ventilazione aumenterà notevolmente dai quadranti settentrionali, alternandosi a venti meridionali. La diversa provenienza dei venti al variare con la quota, potrebbe essere complice dell’instaurarsi del Wind Shear, ossia il fenomeno che comporta la rotazione delle masse d’aria ascensionali, all’interno dei cumulonembi. Nel corso dei prossimi giorni, il vortice depressionario traslerà verso il Mediterraneo centro-orientale e, successivamente verso la Grecia.
Le nubi facenti parte dell’area depressionaria diverranno particolarmente intense, perché alimentate da venti più umidi e molto freddi in quota e da masse d’aria sciroccali. Inoltre, il wind shear potrebbe originare celle temporalesche, che potrebbero essere consenzienti nel generare trombe d’aria e tornado, in particolar modo lungo le coste siciliane, del basso adriatico e dello Ionio.
Tuttavia, tra il week-end e la settimana che viene, le condizioni meteorologiche continueranno ad essere spiccatamente variabili su tutto il Centro-Sud; piogge e temporali, localmente anche intensi colpiranno, invece, le regioni meridionali. L’Anticiclone delle Azzorre premerà verso i meridiani e, seppur consenta un miglioramento del tempo sullo stivale entro inizio settimana, favorirà l’approssimarsi di masse d’aria molto fredda di origine artico-marittima verso le aree balcaniche e il nostro stivale, trasportate da una linea di demarcazione o da un fronte decisamente instabile dal Nord-Est Europa, in grado di dar luogo ad un vortice depressionario sulle regioni centro-meridionali. Tutto ciò, potrebbe far sì che Marzo, proverbialmente parlando considerato “pazzerello”, prenda diversi giorni a Dicembre e a Gennaio. L’irruzione d’aria molto fredda artico-marittima, confermata dalle ultime interpretazioni, favorirebbe rovesci capaci di interessarci sotto forma di pioggia entro la metà della prossima settimana, per poi divenire completamente nevosi fino a quote molto basse, specie sulla dorsale appenninica centrale e meridionale; qualche fiocco sfiorerebbe addirittura le aree pianeggianti a partire dai settori adriatici.
Grazie per l’attenzione.